Geometria della Psiche

Io e la psicologia - GEOMETRIA DELLA PSICHE

Ti odio e ti amo... ti voglio, ma ti evito e ti respingo .. quante volte abbiamo sentito queste frasi? oppure: si esco anzi no... voglio uscire, ma non voglio.

Quante volte abbiamo sentito queste frasi? Pensiamo ci sia qualcosa di irrazionale in questi atteggiamenti? la risposta è no, e se ci pensiamo, è abbastanza ovvio. Tempo fa volevo formalizzare questo tipo di questioni, però credo l'abbia già fatto qualcun altro. ( Io leggo pochissimi libri, piu' che altro analizzo la realtà con la ragione e la logica, e cerco di costruire teorie valide, o quanto meno plasubili).

La mia formalizzazione doveva consistere nella fondazione di una branca della psicologia a nome Geometria della psiche.

Torniamo alle apparenti contraddizioni di cui sopra. Prendiamo l'ultima. Nessuno fatica a credere che non c'è contraddizione nel comportamento descritto. Se il concetto venisse espresso con "uscirei, ma sono stanco/a morto/a" la 'non contraddizione' si capirebbe ancora più facilmente.

Ora, bisogna analizzare la realtà delle cose tenendo conto che essa è ovviamente complessa, ma soprattutto è multidimensionale, a infinite dimensioni.

Dopo avere pensato queste cose, mi accorsi che non solo avevo scoperto l'acqua calda, ma anche che Marcuse aveva parlato nei suoi scritti di 'uomo a N dimensioni'. Bene. Tanto non ho mai letto nulla di Marcuse, come quasi di nessuno studioso, tranne i testi matematici niversitari del corso di laurea, cosi' come ho letto pichissima saggistica e narrativa, credo che Totti abbia letto piu' di me. Tranne qualche libro appunto di psicologia e psicanalisi, ma, più che i classici di Freud, che ho conosciuto in forma divulgativa attraverso rubriche su giornali musicali ehm ... comunque, dicevo, l'unico studioso di psic che ho letto a fondo e anche con piacere e accanimento e entusiasmo e' Pierre Daco, che mi sono poi accorto andare per la maggiore presso il "grosso pubblico" (si parla comunque di lettori di libri più o meno colti), ma è sempre andato molto per la minore presso intellettual(oid)i e acculturati e filosofi rinomati vari. Ma questo è un altro discorso.

Torniamo alla nostra geometria della psiche.

Solo un attimo una puntualizzazione ancora su Daco: comunque la si pensi su di lui, nessuno può negare che si tratti di uno che ha maturato esperienza, e quindi teorie, sul campo, per decenni, lavorando giorno per giorno con la materia viva e vera, col dolore, la sofferenza, il malessere, qualche volta le piccole gioie umane, vere.

Non uno studioso sui libri, ma uno che per decenni ha seguito decine forse centinaia di persone affette, come più o meno tutti al mondo, da problemi pschici ed esistenziali anche gravi, che avevano reso la loro esistenza quasi una tortura. Per cui non ci poteva essere niente di leggero dietro le sue trorie affascinanti, ma molto metafisiche, del suo libro per me più bello, la Bella Psicologia, che seguiva la bilogìa Che cos'è la psicologia, Che cos'è la psicanalisi, corsi pratici basati su veri e propri case study, niente di romanzato, vita vera reale.

Quindi, dicevo, torniamo alla psicologia multdimensionale.

Perchè, dicevo, la realtà tutta è n-dimensionale, con n grande a piacere (come dicono alcuni matematici, con espressione magniloquente e foriera di equivoci, quindi infelice e sostanzialmente errata, "tendente all' infinito").

Se qualcuno ha avuto la pazienza di leggere fin qui, probabilmente sa benissimo che sto dicendo cose ovvie. Se qualcun altro invece crede ch'io stia scrivendo paroloni complicati, rendo subito tutto più comprensibile: la realtà è n-dimensionale vuol dire che ogni situazione, ogni fatto, ogni concetto ha tante dimensioni, nel senso che si può guardare, valutare, misurare da molti lati, punti di vist, secondo molti parametri. Così, ad esempio, se ti chiedono "come va?" tu educatamente rispondi "abbastanza bene grazie" oppure, se sei uno in gamba e vuoi passare per uno che la vita se la guadagna e non ha tutto facile, dici "potrebbe andar meglio" (che poi è una tautologia; cosi' come lo sarebbe la risposta "potrebbe andar peggio", ed anche quella "potrebbe andare così come effettivamente va", ma poco male perchè le tautologie vanno benissimo per i contatti umani non approfonditi (per necessità, non per superficialità) della vita di tutti i giorni: non si può non essere d'accordo, non offendono nessuno e soprattutto mettono un bel punto al rito conversazionale che ha sempre insito un piccolo rischio di degenerazione in 'attaccatura di bottone'.

Ma se alla stessa domanda qualcuno volesse rispondere seriamente e dettagliatamente, probabilmente potrebbe scrivere un libro. O un manualetto. O un'enciclopedia. O un piccolo articolo comparabile all'articolo di fondo di un direttore di giornale, oa un pezzo di cronaca, oa nche a un trafiletto. La lunghezza della risposta e la complessità delle argomentazioni deriveranno dalla quantità di 'punti di vista', dalla quantità di 'lati', di 'dimensioni' lungo le quali vogliamo proiettare il nostro stato d'animo, il 'modo in cui andiamo'. Il termine proiezione qui va inteso non nell'accezione comunemente utilizzata in psicologia (Tizio proietta sulla sua amata le proprie paure, e simili), ma proprio in senso geometrico.

tutti abbiamo studiato la geometria analitica, ma se non ci piace, possiamo rappresentare il tutto con ...il gioco dell battaglia navale. cosa sono le coordinate di un punto di un piano? sono le lunghezza relativa delle proiezioni del segento che unisce l'origine del piano ortogonale al punto. In battaglia navale, le coordinate di un quadretto (omologbile nel contesto al 'punto') sono A4, F6, L3 (colkpito, mare, colpito e affondato, schizzato quindi vai a ocare da un'altra parte).

Nel caso della battaglia navale le dimensioni sono due, perchè siamo su un piano ortogonale, rappresentato sui fogli dei giuouiuioiuioiocatori. Ma nello spazio fisico le dimensioni sono tre, sulla retta una.

Queste sono situazioni riguardanti la fisicità della raltà, quella che vediamo, tocchiamo, attraversiamo, navighiamo, mangiamo, etc. Quindi non abbiamo problemi a 'farla nostra'. tre dimensione: larghezza. lunghezza, altezza, quindi poi andiamo da Ichea e compriamo il mobile che ci serve e ci piace.

Un po' meno immediato è 'far propria' la descrizione di situazioni a 4, 5, 9, 27, 1824, un milione di dimensoni. Per le quattro, possiamo restare ancora in ambito 'fisico' nel senso stretto del termine, sempliceente aggiungendo la dimensione del tempo alle tre dello spazio.....

(continua)

10 ottobre 2016 (dalle 19:48 alle 20:15)